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PRINCIPI GENERALI DI PREVENZIONE INCENDI

DESTINAZIONE D'USO DEL PRODOTTO: Dispositivi atti a ridurre le possibilità di innesco dell'incendio e nel caso di un suo sviluppo contenerne gli effetti

Con il termine "Prevenzione Incendi" si intende in genere definire una serie di attività e dispositivi atti a ridurre le possibilità di innesco dell'incendio e nel caso di un suo sviluppo contenerne gli effetti, ed assicurare l'evacuazione degli occupanti e la sicurezza delle squadre di soccorso.

Per quanto riguarda i "dispositivi" di prevenzione incendi distinguiamo due concetti progettuali diversi:
- la protezione attiva riguarda tutti quei dispositivi che innescano dei meccanismi di protezione antincendio, quali ad esempio estintori, idranti, sprinkler, evacuatori di fumo e calore, rilevatori.

- la protezione passiva riguarda la progettazione edilizia dell'edificio, attuando tecniche costruttive e materiali atti a ridurre le possibilità di innesco degli incendi, attraverso l'utilizzo di materiali non infiammabili o meglio non combustibili e nel caso di un suo sviluppo contenerne la propagazione attraverso una progettazione mirata all'utilizzo di strutture resistenti al fuoco e l'individuazione di compartimenti resistenti al fuoco.

L'INCENDIO
Affinché si sviluppi un incendio devono verificarsi le seguenti condizioni:
- la presenza di materiale combustibile
- la presenza di ossigeno
- il raggiungimento della temperatura di innesco del materiale.

Se queste condizioni sono verificate, l'energia liberata provoca un innalzamento della temperatura fino a valori limite, al raggiungimento dei valori limite, tutti i materiali infiammabili depositati nel locale si incendiano (passaggio a fiamma o flash-over). Il comportamento all'incendio dei materiali e degli oggetti presenti è di grande importanza sia nella fase di ignizione che di flash-over. Nel comportamento al fuoco dei materiali si prendono in considerazione infiammabilità, diffusione di fiamma e alimentazione dell'incendio. In seguito al passaggio di fiamma si passa all'incendio generalizzato. In questa fase si prende in considerazione la struttura dei componenti edili e i loro tempi di resistenza al fuoco. In pratica viene coinvolto il comportamento al fuoco dell'edificio nel suo complesso. Nella fase di raffreddamento ci sono ancora rischi che però non hanno incontrato attenzione nei metodi di prova. Nello schema riportato è illustrata la dinamica dell’incendio:

SCHEMA_INCENDIO_1.jpg
SCHEMA_INCENDIO_2.jpg

 

La durata di un incendio e la sua espansione in un edificio vengono rappresentate con diagrammi temperatura – tempo. Su tale andamento influiscono:
- il carico d'incendio (tipo, quantità e disposizione);
- il tiraggio (afflusso) d'aria;
- le dispersioni di calore dei componenti edili interessati (prodotte dalle aperture e dalla geometria dei vani).

PROTEZIONE ANTINCENDIO
La normativa internazionale e italiana considera due concetti fondamentali:
- la Reazione al fuoco;
- la Resistenza al fuoco.
Il concetto di Reazione al fuoco esprime l'esigenza di intervenire nella fase di innesco dell'incendio in funzione della infiammabilità dei materiali. Il concetto di Resistenza al fuoco esprime invece l'esigenza di intervenire nella fase dell'incendio generalizzato attraverso la progettazione di strutture e componenti edilizi che abbiano una resistenza al fuoco in funzione del potere calorifico e della quantità dei materiali combustibili presenti nell'edificio.

 

CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO
(come definite dal D.M. 26/06/1984)
CLASSE DEFINIZIONE
0 Materiale incombustibile
1 Materiale non infiammabile
2 Materiale difficilmente infiammabile
3 Materiale mediamente infiammabile
4 Materiale facilmente infiammabile
5 Materiale altamente infiammabile

 

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